Rimane
controversa la situazione del Venezuela, anche dopo l'era di Hugo
Chavez. Durante il suo governo, il Paese è riuscito a realizzare due
degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” grazie alle
cosiddette “misiones”, ovvero programmi operativi e investimenti
pubblici in ambito sociale; è stato messo in atto un utile scambio
tra le forniture petrolifere venezuelane e le risorse sanitarie di
Cuba; è stata fatta un'adeguata politica nutrizionale, per cui è
sceso l'indice di incidenza della malnutrizione.
Ma resta
ancora molto da fare in materia di diritti umani.
Lo
afferma con forza Amnesty International che, prima di tutto, ricorda
proprio il ritiro dalla Convenzione americana dei diritti umani e
dalla giurisdizione della Corte interamericana: una decisione che
nega la possibilità di chiedere protezione, tramite una sentenza
giudiziaria, all'organismo interregionale.
Il tema
centrale su cui si basa il rapporto-denuncia di Amnesty riguarda la
violenza: il nuovo Presidente dovrà, infatti, prendere il seria
considerazione il problema della sicurezza nelle maggiori città del
Paese, controllando la detenzione e l'uso delle armi e approntando
programmi di sostegno alle vittime e ai sopravvissuti alla violenza
dilagante. Situazione “calda” anche all'interno delle carceri:
molte di esse sono sovraffollate e questo è causa di frequenti
scontri tra bande di detenuti: sarebbe necessaria, quindi, una
riforma del sistema che accorci i tempi dei processi.
Una
riflessione ulteriore riguarda, sempre secondo Amnesty, la condizione
femminile, anche loro troppo spesso vittime di violenza: la Ong
chiede che si attuino i regolamenti e che si costruiscano i rifugi
previsti dalla “Legge organica sul diritto delle donne a una vita
libera dalla violenza”.
Infine,
ma non meno importante, il nuovo governo dovrà occuparsi dei temi
della libertà di espressione e del diritto d'associazione: anche
dopo Chavez, purtroppo, si ripetono gli episodi di intimidazione.
Ricordiamo, tra tutti, la vicenda di Rayma Suprani, giornalista e
autrice delle vignette pubblicate sul quotidiano “El Universal”:
il 18 marzo scorso, nel giro di sette ore, la giornalista ha ricevuto
decine e decine di minacce, via sms e a voce, da trenta cellulari
diversi. “ Maledetta golpista ti faremo a pezzi”, “ Useremo
quella corda addosso a te, donna sleale, amante degli yankee,
traditrice del Venezuela”, “Te la faremo pagare”.
Tutto
questo è contenuto in una lettera che Amnesty Internatinal ha
inviato ufficialmente a tutti i candidati alla presidenza del
Venezuela.
Rayma Suprani |