Il
processo che ha portato all'approvazione della nuova norma risale a
due anni fa quando - grazie alla ribellione di un gruppo di migranti
nella cittadina di Rosarno, in Calabria - si arrivò all'arresto di
una trentina di caporali e il problema emerse tra le notizie di
cronaca e di politica.
Il
decreto - presentato prima in Parlamento europeo e poi accettato dal
Consiglio dei ministri italiano - prevede un inasprimento delle
pene (che attualmente sono: arresto da tre mesi a anno, multa di
5.000 euro a lavoratore, sanzioni amministrative per l'imprenditore e
espulsione per il lavoratore), ma riporta un'aggiunta significativa:
la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno semestrale per
gli immigrati che denunceranno i datori di lavoro nero. La norma
riguarda, in particolare, gli assistenti agli anziani, le colf, gli
operai, i muratori e i braccianti agricoli.
In
questi giorni, a questo proposito, l'assessore comunale
all'integrazione di Prato, Giorgio Silli, ha deciso di far affiggere,
per le strade della città, un manifesto con una chiaro appello alla
denuncia e utile per rompere il muro dell'omertà: “Le leggi
italiane ti permettono di avere un permesso di soggiorno protetto se
denunci lo sfruttamento”, questo il testo dei cartelli affissi.
L'idea è
nata dopo che un cittadino cinese - gravemente infortunato durante il
lavoro e abbandonato dal datore di lavoro - si era rivolto
all'ufficio del Servizio Immigrazione del comune toscano per chiedere
protezione. Un secondo cittadino, suo connazionale, si è fatto
avanti, sostenendo di lavorare per 1 euro all'ora per turni di dodici
ore, ovviamente senza alcuna garanzia. I manifesti verranno tradotti
in diverse lingue e le denunce dovranno essere fatte in Questura.
Un'iniziativa
che, forse, potrà realizzare il sogno di Jerry Essan Masslo:
“Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di
civiltà, un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di
coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi”,
come si legge nella quarta di copertina del saggio intitolat Le
Rosarno d'Italia. Storie di ordinaria ingiustizia,
di Stefania Ragusa, edizioni Vallecchi.