L'altro
ieri la Francia è diventato ufficialmente il quattordicesimo Paese
in cui sono legali le nozze gay e in cui le coppie omosessuali
potranno adottare bambini.
L'
Assemblea nazionale ha dato il via libero definitivo alla legge e
sarà il nuovo articolo 143 del codice civile a disciplinare la
libertà di unirsi nel sacro vincolo tra persone dello stesso genere.
Il Ministro della Giustizia, Christiane Taubira che aveva proposto il
disegno di legge, ha commentato la decisione dell'Assemblea,
affermando: “E' un momento storico. Crediamo che le prime nozze
saranno una cosa bella e porteranno un vento di gioia e che coloro i
quali oggi vi si oppongono saranno disorientati quando verranno
sopraffatti dalla felicità dei neosposi e delle famiglie”.
I primi
matrimoni saranno celebrati nel mese di giugno. Non sono mancati,
all'uscita della notizia, manifestazioni di protesta da parte,
soprattutto, dei movimenti cattolici che si sono riversati, di nuovo,
nelle piazze di Parigi. Inoltre, si sono verificati anche casi più
seri di omofobia: tra questi, il presidente socialista
dell'Assemblea, Claude Bartolone, ha ricevuto una busta contenente
polvere da sparo.
E in
Italia? Il presidente di Arcigay, Flavio Romani, ha affermato che: “
Il sì francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche
hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona
profondamente l'istituto del matrimonio, è la vittoria di chi crede
che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone
dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro
che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza,
nell'uguaglianza. Ora tocca all'Italia offrire alle persone gay e
lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici
e familiari quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente
negati. La classe politica italiana ha il dovere civile e morale,
ammesso che un barlume di morale ce l'abbia, di dare delle risposte a
tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state
umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti e la cui libertà è
stata ferocemente repressa”. Mentre a Roma, si è venuto a creare
un sit-in davanti all'ambasciata di Francia, organizzato dal
movimento giovanile del Pdl, dal Comitato “Giù le mani dalla
famiglia”, da Azione Universitaria, Militia Christi e da Giovine
Italia per “dimostrare agli amici francesi
(cattolici) che
non sono soli in questa battaglia perchè vogliamo un'Europa libera e
per la famiglia vera, quella tradizionale”, queste le parole dei
manifestanti.