domenica 7 aprile 2013

Giornata Internazionale dei rom e dei sinti


Oggi, domenica 7 aprile 2013, l'Associazione 21 luglio organizza, a Roma, due momenti importanti di riflessione sulla situazione delle comunità rom e sinti in Italia. E domani, una delegazione di giovani rom sarà ricevuta dalla Presidente della Camera, on. Laura Boldrini.
Abbiamo rivolto alcune domande al Presidente dell'Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla.

Qual è la situazione attuale della comunità rom in Italia?

In Italia sono stati censiti circa 170.000-180.000 rom, un numero molto esiguo se si pensa ad altri Paesi: basti pensare che in Spagna ci sono 800.000 rom e in Romania 2 milioni e mezzo. In Italia circa 1/5 di essi vive in insediamenti, quindi dobbiamo pensare che la maggioranza dei rom vive all'interno di abitazioni convenzionali.
I problemi riguardano, soprattutto, i rom che vivono negli insediamenti, nei cosiddetti “campi nomadi”, proprio a causa di una politica fortemente discriminatoria e segregativa che ha consentito, a partire dagli anni '90, l'inizio della costruzione dei “campi nomadi” e che, di fatto, ha avviato un processo di razzismo istituzionale, costringendo queste persone a vivere a parte, nei margini della città.

Qual è la differenza tra rom e sinti? E da cosa nasce il razzismo nei loro confronti?

Il razzismo ha radici molto antiche, ma nasce da una parola: da quando rom e sinti sono stati chiamati - dalle istituzioni e da media - “nomadi”. “Nomadi” sono persone che non vogliono vivere nei campi, persone diverse, che si muovono continuamente per sfuggire alla giustizia o al controllo istituzionale.
In Italia ci sono rom e sinti, due comunità diverse, che sono arrivate con migrazione diverse: ci sono i rom venuti nel nostro Paese dal '5000-'600 attraverso un percorso migratorio che li ha visti presenti prima in Germania e poi nel Nord Europa; e ci sono i sinti, arrivati qui negli anni '70-'80 dall'Est Europa, dalla Turchia, dalla Grecia, passando per i Paesi balcanici.

Di cosa parla il documentario “Campo sosta” che sarà una delle vostre iniziative per la Giornata Internazionale dei rom e dei sinti?

E' un lavoro di Stefano Liberti e Enrico Parenti - già autori di Mare chiuso - che racconta ciò che avviene in uno dei villaggi attrezzati della capitale. Villaggi in cui si è realizzata la discriminazione perchè sono spazi lontani dalle città, videosorvegliati, recintati e dove, su base etnica, vengono collocate le persone. Si tratta, quindi, di un racconto fatto dal di dentro, ascoltando e stando insieme ai ragazzi del villaggio di Salone - il più grande di Roma e d'Europa - per capire come i giovani vivono questa esperienza fortemente segregativa e ghettizzante.

Quali sono le richieste e le aspettative di ragazzi rom che incontreranno l'on. Laura Boldrini?

L'incontro avrà un duplice scopo: da una parte, raccontare la realtà rom nel nostro Paese. Questi ragazzi - che sono rappresentativi di diverse realtà rom - le racconteranno le proprie esperienze di vita per far comprendere al Presidente della Camera quella che è la situazione che vivono sulla propria pelle.
La richiesta formale, come associazione, sarà quella del riconoscimento della minoranza rom, così come quella di prendersi in carico lo status giuridico dei cittadini rom che sono, di fatto, apolidi: senza, appunto, cittadinanza e riconoscimento.