giovedì 4 aprile 2013

Forum Sociale Mondiale: l'anno di Tunisi

Si è appena conclusa, con una grande marcia per la libertà e i diritti, l'ultima edizione del Forum Sociale Mondiale che - a due anni da Porto Alegre, nel sud del Brasile - ha visto la Tunisia come Paese ospitante.
Cinque giorni, dal 26 al 30 marzo, di intense attività in cui si sono riuniti associazioni, movimenti altermondialisti, società civili: per la prima volta in un Paese arabo, per la prima volta sulla sponda del Mediterraneo. La scelta del capoluogo tunisino non è stata casuale, ma è seguita all'assassinio del leader dell'opposizione Chokri Belaid, avvenuto nel mese di febbraio.
Raffaella Bonini, coordinatrice italiana e mondiale dell'appuntamento, ha dichiarato: “Non siamo più una novità, un fenomeno di moda, la faccia buona della contestazione no-global che i governi locali e nazionali e le più ricche Ong mondiali facevano a gara a sponsorizzare. Proprio in questi ultimi anni, mentre la crisi ha popolarizzato le tematiche e le intuizioni dei movimenti rappresentati nel Forum Sociale Mondiale, abbiamo perso sostegno e finanziamenti. Questo appuntamento di Tunisi è stato costruito con l'impegno volontario, al quale ha poi fatto seguito un appoggio da parte delle istituzioni tunisine”. 
Proprio centinaia di giovani tunisini, spesso militanti nell'associazionismo, hanno lavorato alacremente per organizzare gli incontri, le manifestazioni culturali, i seminari, gli appuntamenti musicali che hanno arricchito il programma del Forum, il quale si è tenuto, in buona parte, all'interno del campus universitario di El Manar. Si tratta di quei giovani che, da due anni, hanno dato vita alla rivoluzione democratica araba, che sono scesi nelle piazze delle principali città del Nord Africa per ribaltare regimi autoritari e violenti.
Adesso è il momento della ricostruzione, della creazione di nuove basi su cui ricominciare. E i temi, per avviare il cambiamento e discussi all'interno del Forum, sono stati, oltre alla crisi politica: una giustizia economica internazionale, il problema del cambiamento climatico nelle zone aride del Maghreb-Mashreq e le conseguenze sulle popolazioni, la piaga del land-grabbing, le istanze di uguaglianza e di libertà per tutti. A questo proposito è bene ricordare che, nei giorni che hanno preceduto l'inaugurazione del Forum, si è tenuto anche il Terzo Incontro Globale dei Media Indipendenti durante il quale, gli attivisti e i giornalisti hanno chiesto un riconoscimento formale del loro operato e la possibilità di lavorare liberamente, partendo dal presupposto che non ci può essere pluralismo politico senza pluralismo dell'informazione.