Si è
appena conclusa, con una grande marcia per la libertà e i diritti,
l'ultima edizione del Forum Sociale Mondiale che - a due anni da
Porto Alegre, nel sud del Brasile - ha visto la Tunisia come Paese
ospitante.
Cinque
giorni, dal 26 al 30 marzo, di intense attività in cui si sono
riuniti associazioni, movimenti altermondialisti, società civili:
per la prima volta in un Paese arabo, per la prima volta sulla sponda
del Mediterraneo. La scelta del capoluogo tunisino non è stata
casuale, ma è seguita all'assassinio del leader dell'opposizione
Chokri Belaid, avvenuto nel mese di febbraio.
Raffaella
Bonini, coordinatrice italiana e mondiale dell'appuntamento, ha
dichiarato: “Non siamo più una novità, un fenomeno di moda, la
faccia buona della contestazione no-global che i governi locali e
nazionali e le più ricche Ong mondiali facevano a gara a
sponsorizzare. Proprio in questi ultimi anni, mentre la crisi ha
popolarizzato le tematiche e le intuizioni dei movimenti
rappresentati nel Forum Sociale Mondiale, abbiamo perso sostegno e
finanziamenti. Questo appuntamento di Tunisi è stato costruito con
l'impegno volontario, al quale ha poi fatto seguito un appoggio da
parte delle istituzioni tunisine”.
Proprio centinaia di giovani
tunisini, spesso militanti nell'associazionismo, hanno lavorato
alacremente per organizzare gli incontri, le manifestazioni
culturali, i seminari, gli appuntamenti musicali che hanno arricchito
il programma del Forum, il quale si è tenuto, in buona parte,
all'interno del campus universitario di El Manar. Si tratta di quei
giovani che, da due anni, hanno dato vita alla rivoluzione
democratica araba, che sono scesi nelle piazze delle principali città
del Nord Africa per ribaltare regimi autoritari e violenti.
Adesso è
il momento della ricostruzione, della creazione di nuove basi su cui
ricominciare. E i temi, per avviare il cambiamento e discussi
all'interno del Forum, sono stati, oltre alla crisi politica: una
giustizia economica internazionale, il problema del cambiamento
climatico nelle zone aride del Maghreb-Mashreq e le conseguenze sulle
popolazioni, la piaga del land-grabbing, le istanze di uguaglianza e
di libertà per tutti. A questo proposito è bene ricordare che, nei
giorni che hanno preceduto l'inaugurazione del Forum, si è tenuto
anche il Terzo Incontro Globale dei Media Indipendenti durante il
quale, gli attivisti e i giornalisti hanno chiesto un riconoscimento
formale del loro operato e la possibilità di lavorare liberamente,
partendo dal presupposto che non ci può essere pluralismo politico
senza pluralismo dell'informazione.