sabato 23 marzo 2013

Antonio Manganelli: una vita per la legalità


Antonio Manganelli - avellinese, classe 1950 - è deceduto all'ospedale San Giovanni di Roma e con un lui si perde un altro servitore dello Stato. Un altro, insieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i magistrati con cui svolse la lotta a Cosa Nostra. E la morte di Manganelli avviene quasi in concomitanza con la Giornata dedicata alla memoria delle vittime delle mafie.
Molti ricorderanno la scena in cui il pentito Tommaso Buscetta, con lo sguardo nascosto dagli occhiali scuri, entrò nell'aula bunker del Tribunale di Palermo, in occasione del maxiprocesso: era accompagnato da un funzionario di Polizia, Antonio Manganelli. Era il 1986 e la Criminalpol di Roma dava sostegno alle indagini di Falcone. Insieme a Gianni De Gennaro, Alessandro Pansa, Francesco Gratteri e Ninni Cassarà, Manganelli era impegnato a cercare riscontri alle rivelazioni del pentito. E oggi De Gennaro piange “il suo fratello minore”.
Non solo Buscetta: Manganelli si occupò anche di Calderone, Marino Mannoia e Totuccio Contorno; prese parte alle operazioni Pizza Connection e Iron Tower.
Nel settembre scorso si recò nel capoluogo siciliano per la commemorazione dell' omicidio del Generale Dalla Chiesa e - quattro mesi prima, già malato - aveva scoperto la lapide in ricordo delle trecento vittime delle cosche al Giardino della Memoria di Ciaculli.
Antonello Montante - delegato Confindustria per la legalità - ricorda il progetto, realizzato insieme alla Polizia, per sconfiggere le infiltrazioni malavitose anche nelle imprese, una rivoluzione al grido “Fuori gli iscritti che pagano il pizzo”.
Antonio Manganelli era il “capo” che parlava, discuteva e si confrontava con tutti, soprattutto con i suoi agenti; ed era il “poliziotto” che chiese scusa per i tragici fatti del G8.
Tutto questo è stato Antonio Manganelli. Oggi si svolgono a Roma i funerali di Stato presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli. E noi vorremmo mandare un abbraccio alla moglie, la Signora Adriana Piancastelli, che con lui ha condiviso tutte le battaglie per difendere la legalità.