Intanto,
a Roma, è stato presentato anche il rapporto Rom(a)
Underground. Libro bianco sulla condizione dell'infanzia rom a Roma,
sempre redatto dall'Associazione 21 luglio. E' stato preso in
considerazione il Piano Nomadi dell'ultima amministrazione del Comune
della capitale, in particolare per il periodo compreso tra il 2009 e
il 2012, soprattutto in relazione alla tutela dei diritti
dell'infanzia e al principio di uguaglianza tra i minori rom e non
rom.
Solo
nella città di Roma sono circa 3.900 i minori rom in emergenza
abitativa e residenti in “villaggi attrezzati” o “campi di
tolleranza” con evidenti conseguenze sulle loro condizioni di vita
e di salute; sono, infatti state rilevate fragilità aggravate per i
bambini e ragazzi disabili, problemi respiratori, dermatiti, stati
depressivi e ansiogeni. Gli sgomberi forzati (quasi 500 negli ultimi
tre anni) hanno, inoltre, influito negativamente sul loro diritto ad
un alloggio e all'istruzione.
Nella
prefazione al Libro
bianco,Vincenzo
Spadafora, l' Autorità Garante per l'infanzia e l'Adolescenza,
scrive: “Attraverso le loro parole (dei minori rom) capiamo che
cosa implica essere spostati in campi attrezzati fuori dal Grande
Raccordo Anulare, essere accompagnati a scuola in un “pulmino
speciale”, non avere spazi e tempi per giocare con i compagni non
rom e quale sia l'impatto della vita nei campi attrezzati sulla loro
salute fisica e psicologica”. Per un bambino rom o sinti, infatti,
nascere in Italia significa avere una vita segnata all'origine in
quanto, secondo alcuni, appartiene ad un popolo inadatto alla vita
stanziale, disposto ad avere un'esistenza in cui sono costantemente
sospesi i diritti fondamentali. Ma la realtà è un'altra e i diritti
di base vanno garantiti a tutti, in special modo ai minori.