giovedì 14 marzo 2013

Brutte e buone notizie dall'ambito carcerario


Il 31 marzo 2013 chiuderanno i sei ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) presenti sul territorio italiano. 800 malati mentali saranno a rischio di cure e questo è un fatto piuttosto grave perchè, come spiega Claudio Mencacci - Presidente della Sip, Società Italiana di Psichiatria – circa il 10% delle persone che presentano disturbi sono pericolosi e potrebbero creare qualche problema di sicurezza; il rischio è molto basso, ma non si può escludere del tutto che possano reiterare i reati.
Gli Opg chiudono in base al disegno di legge n. 9/2012, voluto dai Ministeri della Salute e della Giustizia e le conseguenze potrebbero essere negative a causa della mancanza di strutture alternative, della mancata gradualità, di una proroga o di interventi che garantiscano la sicurezza dei pazienti, degli operatori e della comunità; la Sip denuncia, inoltre, la carenza di cure psichiatriche nei penitenziari dove confluiranno molti dei malati mentali. In Italia sono tra le 1000 e le 1500 persone internate negli Opg e, ad oggi, non sono ancora pronte le 20 strutture che dovrebbero sostituire gli ospedali psichiatrici giudiziari.

Virgilio De Mattos
Per accompagnare questo percorso, ancora confuso, è arrivato nel nostro Paese, Virgilio De Mattos  ,docente dell'Università di Belo Horizonte, in Brasile che nel suo libro intitolato Una via d'uscita, edizioni Alphabeta, riporta l'esperienza del PAJ-PJ-TJMG, “Programma di attenzione integrale” che si basa, principalmente, sul concetto di “prevenzione”: i pazienti, aiutati dai familiari e dal personale specializzato, affrontano il proprio caso e ne indicano la soluzione attraverso l'azione giuridica, sociale e clinica.
I malati di mente autori di reato, infatti, vengono riconosciuti responsabili del reato, ma non vengono isolati in un carcere; possono circolare liberamente nelle strutture adibite per poter affrontare le cure necessarie e per poter relazionarsi meglio e lavorare sul problema; tutti i cittadini devono essere sottoposti a un giudizio penale con tutte le garanzie previste dal codice, con la possibilità di essere sottoposti ad un processo con il contraddittorio e la difesa legale; in caso di condanna, infine, deve essere fissata la pena con la possibilità - valutando i casi - di detrazione o progressione del regime di detenzione, la sospensione o la prescrizione.
Un ulteriore passo verso il rispetto dei diritti fondamentali anche per chi ha commesso reato è dato da un progetto in atto dal 1994 presso il carcere di San Vittore di Milano. Si tratta di uno spazio di produzione musicale, creato da Alejandro Jarai che, dal sette anni, ha dato vita al progetto VLP Sound: la stanza 17 del 3° Raggio diventa un luogo dove si fa musica tutti i giorni, con la partecipazione dei detenuti e con la collaborazione di istituzioni, educatori e associazioni che operano nel settore.
Il progetto prevedere la realizzazione di CD - distribuiti gratuitamente - e la realizzazione di concerti e di registrazioni per creare un ponte tra la realtà interna all'istituto e la realtà esterna. La “persona” è, infatti, al centro del progetto: i detenuti, grazie alla musica, imparano di nuovo ad ascoltare. Ascoltano, prima di tutto, se stessi e poi gli altri; recuperano le proprie emozioni e la propria umanità; migliorano la relazione con “il diverso da sè” e con il mondo esterno. La musica, quindi, come comunicazione, come veicolo di nuovi valori, come opportunità di crescita e di riscatto.