lunedì 25 marzo 2013

Il caro prezzo pagato dai bambini siriani



Come sempre, purtroppo, accade durante i conflitti sono i bambini a pagarne il prezzo più alto. A due anni dall'inizio della guerra civile in Siria, sono circa due milioni i minori che ne subiscono le conseguenze peggiori. Le due parti in guerra li usano come scudi umani; malnutrizione e violenze di ogni tipo sono all'ordine del giorno.
Tutto questo è stato rilevato in un rapporto stilato dalla Ong Save the children nel quale, i bambini intervistati, hanno raccontato di essere stati separati dai loro genitori e di aver sperimentato la morte di un parente o di un amico. Ma c'è di peggio.
Justin Forsytth, responsabile di Save the Children in Libano, riporta la testimonianza di un minore, tenuto in una cella con altre 150 persone, portato all'aperto e attaccato ad una ruota per subire la bruciatura di sigarette sul corpo.
In Libano sono oltre 340 mila i rifugiati siriani e, anche qui, mancano i campi di accoglienza: si accontentano, quindi, di alloggi di fortuna (anche se alcune famiglie libanesi li accolgono nelle loro case) e chiedono l'elemosina per le strade del Paese.
Sul sito di Euronews si può leggere la vicenda di Ahmed, padre di cinque figli, che ha trovato rifugio in una stalla in disuso; oppure quella di Nadia che, con quattro bambini e un altro in arrivo, si è sistemata in un palazzo fatiscente; e ancora, la storia di Ines, otto anni, che, insieme ai suoi fratellini, si è accampata in una tenda a pochi chilometri fuori dal territorio siriano, ma non ha modo di proteggersi dalla bassa temperatura o di cibarsi.
L'agenzia ONU per i rifugiati stima che ci sarebbe bisogno di almeno 150 milioni di euro solamente per passare l'inverno. Ma, ad oggi, non solo mancano i fondi, ma sono insufficienti gli aiuti umanitari, l'assistenza sanitaria e anche psicologica.
Le prime vittime di una guerra, come detto, sono le donne e i bambini: vittime di stupri (lo stupro è usato sistematicamente per punire gli oppositori del governo), di pugni e di calci; vittime della brutalità, della fame e della paura. E questi sono traumi che difficilmente si potranno curare.
Per tenerci aggiornati sulla situazione, vi segnaliamo l'incontro, organizzato dal Naga, che si terrà a Milano, in Via Zamenhof 7/a, il 26 marzo, alle ore 20.30. L'incontro si intitola “Cosa succede in Siria? Situazione e scenari di un Paese abbandonato alla sua guerra”: Elena Parasiliti - direttore Terre di mezzo - Street magazine - intervista Gabriele Del Grande, giornalista di ritorno dalla Siria. Ingresso libero