Mercoledì
scorso il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è recato in
Israele per un vertice diplomatico con i capi di Stato di quell'area
del mondo - il premier israeliano Netanyahu e il Presidente Peres,
il Presidente palestinese Abbas, il premier Fayyad e il re di
Giordania - e si è rivolto, in particolare, agli studenti delle
università perchè il suo messaggio anche per i giovani. E una
ragazza di 21 anni è stata ospite proprio alla cena di gala
organizzata da Shimon Peres per l'occasione. Chi è questa ragazza?
Si
chiama Yityish Aynaw:
Yityish ha lasciato l'Etiopia e, con il fratello, ha raggiunto la
nonna in Israele, sulla costa nord di Tel Aviv. Orfana di padre e di
madre - il primo è deceduto quando lei aveva due anni, la seconda
quando ne aveva dieci - cita come suoi punti di riferimento Martin
Luther King e Golda Meier, dicendo di quest'ultima: “La ammiro
perchè è stata capace di ammettere gli errori commessi durante la
guerra del 1973 e di dimettersi. Da allora le israeliane hanno
conquistato sempre di più la parità”.
La
Aynaw ha prestato servizio militare come sergente dell'esercito e ora
è diventata Miss Israele, al concorso di bellezza nato due anni dopo
lo Stato ebraico.
“...Spero
che le storie come la mia aiutino ad integrarci senza dimenticare chi
siamo e da dove veniamo”: anche per queste sue parole proprio
Barack Obama l'ha voluta come ospite alla cena ufficiale. Parole che
parlano di radici e di identità: oltretutto, in aramaico, il nome
Yitysh vuol dire “guardare al futuro”.
Joseph
Silberg è un ragazzo israeliano, figlio di un ufficiale e di una
dottoressa che gli garantiscono amore e sicurezze; Yacine Al Bezaaz è
un palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, costretto a
diventare uomo troppo in fretta. Il primo è un musicista che
vorrebbe entrare nell'esercito e l'altro è uno studente che vive a
Parigi e vorrebbe aprire un ospedale.
Nel
1991 - anno della loro nascita, durante la Guerra del Golfo -
l'ospedale di Haifa viene evacuato per motivi di sicurezza e, in
quell'occasione, i neonati vengono scambiati. La verità sull'errore
dell'infermiera emerge durante la visita medica di Joseph per il
servizio di leva nell' Areonautica Militare israeliana: risulterà
essere figlio biologico di Orith e Alon, i coniugi benestanti che
vivono a Tel Aviv; mentre Yacine è figlio dei più poveri Said e
Leila Al Bezaaz. La rivelazione crea panico e scompiglio; le due
famiglie tentano di accorciare le distanze culturali, politiche e
psicologiche. Ma, mentre i padri si rovesciano reciprocamente addosso
la rabbia e il dolore dei loro popoli, i due ragazzi si interrogano
sulla propria identità e fanno tesoro di questo “scherzo del
destino”.
Decidono,
infatti, di continuare a frequentarsi, fino a quando non decideranno
addirittura di entrare uno nel nucleo familiare dell'altro: nella
vita, nelle abitudini, nella mentalità per poi fare ritorno in
quella vita che, per caso, è stata assegnata loro.
La
regista francese di origini ebraiche, Lorain Lévi con Il
figlio dell'altra parte
da una situazione privata e dalla quotidianità per affrontare il
tema dell'eterno conflitto che affligge l'area mediorientale: se i
due popoli - quello israeliano e quello palestinese - nella realtà
sono separati da un muro, nella finzione cinematografica possono
varcare quell'odiosa linea di confine per mettersi nei panni del
“diverso”, per superare pregiudizi e contraddizioni. I due
protagonisti, infatti, trovano il coraggio di aprirsi all'Altro da
sé, staccandosi dalla propria cultura di appartenenza, per poi
ritornarvi con maggiore consapevolezza e onestà intellettuale.
I
padri rappresentano un Passato di guerra e di rancore; le madri,
invece, l'amore per la vita e per l'umanità tutta,senza distinzioni;
i figli sono quelle nuove generazioni che nutrono la speranza del
cambiamento. Il finale del film è volutamente aperto perchè il
percorso per un futuro di condivisione è ancora in atto.