venerdì 22 marzo 2013

Obama e Miss Israele: non è un gossip (e la recensione del film: Il figlio dell'altra)


Mercoledì scorso il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è recato in Israele per un vertice diplomatico con i capi di Stato di quell'area del mondo - il premier israeliano Netanyahu e il Presidente Peres, il Presidente palestinese Abbas, il premier Fayyad e il re di Giordania - e si è rivolto, in particolare, agli studenti delle università perchè il suo messaggio anche per i giovani. E una ragazza di 21 anni è stata ospite proprio alla cena di gala organizzata da Shimon Peres per l'occasione. Chi è questa ragazza?
Si chiama Yityish Aynaw: Yityish ha lasciato l'Etiopia e, con il fratello, ha raggiunto la nonna in Israele, sulla costa nord di Tel Aviv. Orfana di padre e di madre - il primo è deceduto quando lei aveva due anni, la seconda quando ne aveva dieci - cita come suoi punti di riferimento Martin Luther King e Golda Meier, dicendo di quest'ultima: “La ammiro perchè è stata capace di ammettere gli errori commessi durante la guerra del 1973 e di dimettersi. Da allora le israeliane hanno conquistato sempre di più la parità”.
La Aynaw ha prestato servizio militare come sergente dell'esercito e ora è diventata Miss Israele, al concorso di bellezza nato due anni dopo lo Stato ebraico.
...Spero che le storie come la mia aiutino ad integrarci senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo”: anche per queste sue parole proprio Barack Obama l'ha voluta come ospite alla cena ufficiale. Parole che parlano di radici e di identità: oltretutto, in aramaico, il nome Yitysh vuol dire “guardare al futuro”.


Joseph Silberg è un ragazzo israeliano, figlio di un ufficiale e di una dottoressa che gli garantiscono amore e sicurezze; Yacine Al Bezaaz è un palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, costretto a diventare uomo troppo in fretta. Il primo è un musicista che vorrebbe entrare nell'esercito e l'altro è uno studente che vive a Parigi e vorrebbe aprire un ospedale.
Nel 1991 - anno della loro nascita, durante la Guerra del Golfo - l'ospedale di Haifa viene evacuato per motivi di sicurezza e, in quell'occasione, i neonati vengono scambiati. La verità sull'errore dell'infermiera emerge durante la visita medica di Joseph per il servizio di leva nell' Areonautica Militare israeliana: risulterà essere figlio biologico di Orith e Alon, i coniugi benestanti che vivono a Tel Aviv; mentre Yacine è figlio dei più poveri Said e Leila Al Bezaaz. La rivelazione crea panico e scompiglio; le due famiglie tentano di accorciare le distanze culturali, politiche e psicologiche. Ma, mentre i padri si rovesciano reciprocamente addosso la rabbia e il dolore dei loro popoli, i due ragazzi si interrogano sulla propria identità e fanno tesoro di questo “scherzo del destino”.
Decidono, infatti, di continuare a frequentarsi, fino a quando non decideranno addirittura di entrare uno nel nucleo familiare dell'altro: nella vita, nelle abitudini, nella mentalità per poi fare ritorno in quella vita che, per caso, è stata assegnata loro.
La regista francese di origini ebraiche, Lorain Lévi con Il figlio dell'altra parte da una situazione privata e dalla quotidianità per affrontare il tema dell'eterno conflitto che affligge l'area mediorientale: se i due popoli - quello israeliano e quello palestinese - nella realtà sono separati da un muro, nella finzione cinematografica possono varcare quell'odiosa linea di confine per mettersi nei panni del “diverso”, per superare pregiudizi e contraddizioni. I due protagonisti, infatti, trovano il coraggio di aprirsi all'Altro da sé, staccandosi dalla propria cultura di appartenenza, per poi ritornarvi con maggiore consapevolezza e onestà intellettuale.
I padri rappresentano un Passato di guerra e di rancore; le madri, invece, l'amore per la vita e per l'umanità tutta,senza distinzioni; i figli sono quelle nuove generazioni che nutrono la speranza del cambiamento. Il finale del film è volutamente aperto perchè il percorso per un futuro di condivisione è ancora in atto.