domenica 3 marzo 2013

Un giorno senza di noi: lo sciopero dei lavoratori immigrati alla IV edizione




Primo Marzo 2013.
Bolzano: un dibattito dal titolo “Il ruolo dei mass-media nella costruzione di pregiudizi contro gli immigrati”.
Milano: un convegno che vede i migranti come protagonisti dello sviluppo economico e sociale dell'Italia.
Modena: mobilitazione di immigrati e autoctoni per affermare la dignità dell'essere umano e il diritto alla libera circolazione con canti, musica e animazioni
Parma: presentazione del libro Anatomia di una rivoluzione di Giuseppe De Marzo
Palermo: riflessione sul Primo Marzo con studenti e insegnanti della scuola di italiano
Queste sono solo alcune delle iniziative organizzate in tutta Italia in occasione della IV edizione dello sciopero generale degli immigrati lavoratori. Sono tantissimi, infatti, i migranti che lavorano (con contratti più o meno regolari o, più di frequente, in nero) nei campi, nei bar, nei chioschi di fiori, come assistenti anziani o collaboratori domestici, nei mercati: cosa accadrebbe se, per un'intera giornata, decidessero di fermarsi?
Come già scritto nell'articolo “Verso lo sciopero degli immigrati lavoratori” l'iniziativa serve proprio a dimostrare l'importanza del loro lavoro per la crescita economica (e non solo) del Paese.
Un Paese, in questo periodo, totalmente allo sbando. Un Paese in cui il disegno di legge popolare per la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati in base allo jus soli è arenato in Parlamento; un Paese in cui la legge Bossi-Fini sull'immigrazione è stata inasprita dal “pacchetto sicurezza” voluto da Roberto Maroni; un Paese in cui, in piena campagna elettorale, un gruppo leghista ha fatto irruzione in un istituto di cura di Bologna al grido “Via gli zingari dall'ospedale”. Per non parlare, poi, della situazione nei CIE (anche di questo abbiamo parlato nei precedenti articoli e continueremo a farlo).
La Rete Primomarzo voluto, per quest'edizione della manifestazione generale ancora colorata di giallo come nel 2010, lanciare l'appello di cui vogliamo ricordare i punti:

- il diritto alla libera circolazione di tutti e di tutte e il riconoscimento del diritto a poter scegliere il luogo in cui vivere;
- una
legge sull’asilo politico e la proroga dell'emergenza Nord Africa fino a che tutti i profughi abbiano concluso l’iter per la richiesta d’asilo e monitorando l’attivazione di un serio percorso per l’inserimento sociale;
- una
nuova legislazione in materia di immigrazione che abroghi la Bossi-Fini e i decreti sicurezza, cancellando il contratto di soggiorno e ricono­scendo diritti effettivi e dignità piena ai migranti;
- la
chiusura di tutti i CIE e la cancellazione definitiva del reato di clandestinità;
- la
cittadinanza per tutti i figli di migranti nati o cresciuti in Italia. Il diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti.