Ancora civili, vittime del conflitto siriano.
Due esplosioni, ieri, hanno colpito l'Università di Aleppo. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani (OSDH) le persone rimaste uccise sarebbero 80 e 160 quelle ferite.
Le truppe lealiste e gli insorti si addossano reciprocamente la responsabilità dell'accaduto: i militanti ribelli sostengono che si sia trattato di un raid aereo, mentre fonti militari sostengono che si sia trattato di un missile terra-aria lanciato sul campus dagli insorti.
Nell'ateneo - situato ad Ovest della città e sotto il controllo del regime - erano in corso gli esami trimestrali e al suo interno, inoltre, venivano ospitati alcuni rifugiati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. I combattimenti e i bombardamenti continuano, infatti, anche nella capitale Damasco e nella provincia di Homs, mentre il Ministro degli Esteri ha fatto sapere che il Presidente, Bashar Assad, non si dimetterà prima del termine previsto, ovvero nel 2014.
Appena fuori dal confine siriano più di 1100 rifugiati si sono riversati in Giordania per fuggire dalla violenza del conflitto: dal fuoco dei cecchini e dai colpi di razzo e di mortaio. Donne, uomini, bambini e anziani sono stati trasferiti in un'area allestita per loro dalle forze di sicurezza giordane in vista del trasferimento al campo profughi di Zaatari.
E intanto la guerra ha colpito, ancora una volta, i giovani che si stavano preparando ad affrontare il futuro.
Due esplosioni, ieri, hanno colpito l'Università di Aleppo. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani (OSDH) le persone rimaste uccise sarebbero 80 e 160 quelle ferite.
Le truppe lealiste e gli insorti si addossano reciprocamente la responsabilità dell'accaduto: i militanti ribelli sostengono che si sia trattato di un raid aereo, mentre fonti militari sostengono che si sia trattato di un missile terra-aria lanciato sul campus dagli insorti.
Nell'ateneo - situato ad Ovest della città e sotto il controllo del regime - erano in corso gli esami trimestrali e al suo interno, inoltre, venivano ospitati alcuni rifugiati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. I combattimenti e i bombardamenti continuano, infatti, anche nella capitale Damasco e nella provincia di Homs, mentre il Ministro degli Esteri ha fatto sapere che il Presidente, Bashar Assad, non si dimetterà prima del termine previsto, ovvero nel 2014.
Appena fuori dal confine siriano più di 1100 rifugiati si sono riversati in Giordania per fuggire dalla violenza del conflitto: dal fuoco dei cecchini e dai colpi di razzo e di mortaio. Donne, uomini, bambini e anziani sono stati trasferiti in un'area allestita per loro dalle forze di sicurezza giordane in vista del trasferimento al campo profughi di Zaatari.
E intanto la guerra ha colpito, ancora una volta, i giovani che si stavano preparando ad affrontare il futuro.