Sono trascorsi tre anni da quel 2010 in
cui un sisma ha devastato Haiti. Ma non se ne parla quasi più.
Eppure l'organo di informazione haitiano Alterpresse fa sapere alla
comunità internazionale che “ la realtà non è cambiata per
migliaia di giovani,donne, uomini, madri, neonati, anziani”. Ricordiamo che il
sisma, all'epoca, aveva causato tantissimi morti e anche un milione e
mezzo di sfollati.
Anche il coordinatore degli affari
umanitari dell'ONU, Nigel Fisher, ha sostenuto che: “ Non è
cambiato davvero nulla nelle condizioni di vita della gente nei
campi...Il problema degli alloggi, a cui si aggiungono un sistema
sanitario devastato e un'agricoltura in crisi dopo alluvioni
alternatesi a periodi di siccità a causa delle tempeste tropicali,
Isaac e Sandy”.
L'isola caraibica è anche colpita da
una grave epidemia di colera, peggiorata dopo le alluvioni dello
scorso autunno che hanno causato lo straripamento delle fogne a cielo
aperto, provocando una diffusione maggiore dei batteri.
Le istituzioni del luogo sono deboli, i
donatori non hanno mantenuto le loro promesse e i governi della
comunità internazionale non sono stati in grado di stabilire le
giuste priorità per far fronte a questa situazione complessa e
drammatica.
Una delle pochissime organizzazioni
attive sul posto è quella di Medici Senza Frontiere (MSF) che
continua a gestire un ospedale a Port-au-Prince e due centri di
trattamento del colera a Delmas e a Carrefour; mentre gli altri centri
presenti sul territorio sono stati chiusi a causa della mancanza di
fondi. Le strutture di MSF offrono assistenza sanitaria gratuita,
assistenza chirurgica, assistenza materno-infantile 24 ore su 24, ma
il lavoro da svolgere è immenso e le forze di aiuto impiegate sono
insufficienti.