C'era
una volta un'epoca in cui il gioco del calcio era uno sport sano e
divertente. L'epoca dei grandi campioni, delle grandi squadre
(soprattutto italiane) e quella era l'epoca in cui il gioco del
calcio era metafora della vita all'interno di una società
funzionante.
Da
qualche tempo, invece , il calcio italiano si è trasformato. E anche
la società stessa lo ha fatto. Il mondo dei calciatori e dei
dirigenti si è rivelato marcio, abbruttito da partite truccate,
scommesse e denaro sporco. Molti allenatori non allenano più ai
valori corretti, molti giocatori non seguono più le regole, i
campioni non sono “generosi” in campo per far ottenere alla
squadra il risultato migliore.
Ma non
finisce qui.
A
peggiorare la situazione, da un po' di tempo - anzi, da troppo tempo
- i cori che incitavano la squadra del cuore o l'atleta più bravo si
sono trasformati in cori sì, ma di insulti, fischi, versacci rivolti
ai giocatori stranieri. A volte gli slogan riguardano gli “ebrei”
(termine usato dai facinorosi in senso offensivo e negativo), ma
ancor più spesso gli slogan e le ingiurie vengono rivolti ai
giocatori neri, come è capitato solamente due giorni fa a Busto
Arsizio (VA) durante la partita amichevole tra Milan e Pro Patria,
altra storica società milanese.
Il 2013
non è iniziato nel migliore dei modi se ragazzi sportivi – come
Boateng, Niang, Emanuelson, Muntari – vengono offesi dai tifosi
avversari. Boateng ha deciso di reagire: si è tolto la maglia, ha
preso il pallone in mano e lo ha lanciato contro la tribuna dove si
trovavano i fanatici intolleranti. E la partita è stata sospesa.
Ma non
si tratta solo di un gesto di esasperazione e di un incontro saltato.
Si parla di qualcosa di più importante e di più profondo.
E' uno,
l'ultimo, dei numerosi episodi che danno un allarme, che sono il
segno di una malattia sociale. Di una società ancora incivile,
ineducata e violenta, perchè anche le parole sono un'arma. Dalle
parole soprattutto da certe parole, possono scaturire
stereotipi, opinioni scorrette, comportamenti aggressivi.
Molti
politici hanno condannato l'accaduto ( Roberto Maroni, Roberto
Formigoni, il sindaco Giuliano Pisapia “ Da interista, esprimo
il mio apprezzamento al Milan) così come i dirigenti delle
squadre e della FIGC. Ma tutta la società civile deve provare
vergogna e mobilitarsi affinchè questi episodi non cadano nel
dimenticatoio, ma vengano puniti severamente. Perchè non si tratta
di un gioco, si parla di convivenza, rispetto, giustizia e di molto
altro ancora che ci riguarda da vicino e che che riguarda tutti noi.