Il
problema riguarda tutti: uomini, donne, giovani e mano giovani. Ma,
in particolare, il tasso della disoccupazione giovanile ( per la fascia di teà tra i 15 e i 24 anni) è arrivato
al 37,1% con un aumento dei disoccupati, rispetto all'anno scorso,
del 28,9%. Ovvero le persone senza lavoro sono 644.000 in più con
tre milioni di precari.
Secondo
l'Istat i dati sulla disoccupazione risentono, soprattutto, della
permanenza al lavoro degli occupati più anziani a causa
dell'inasprimento delle regole di accesso alla pensione. Il Ministro
dell'Economia, Vittorio Grilli, ha commentato la notizia con queste
parole: “ E' chiaro che anche l'occupazione soffre, è un dato
ovviamente negativo, ma atteso”; mentre il segretario generale
delle CGIL, Susanna Camusso, sostenendo che mancano le risorse per
gli ammortizzatori sociali, ha aggiunto: “ la scelta di non
occuparsi né di politiche industriali né di politiche dei redditi e
di sostegno ai redditi più deboli determina una crescente crisi
dell'occupazione e del sistema produttivo”.
Come ha
ricordato Roberto Benigni durante lo spettacolo televisivo sulla
Costituzione italiana, ricordando l' Articolo 1, il lavoro è parte
integrante dell'identità di una persona, è la sua stessa essenza.
Togliere la speranza e la sicurezza lavorativa, soprattutto ai
giovani, vuol dire togliere il futuro all'intero Paese.
Da
qualche mese è uscito nelle sale cinematografiche un film intitolato
Workers, pronti a tutto,di
Lorenzo Vignolo, che
parla proprio del tema della disoccupazione e del precariato.
Come
spesso accade alla filmografia italiana, si tende a parlare con gli
schemi e gli stilemi della commedia di argomenti seri e importanti.
In questo caso la trama è costituita da tre episodi: il primo, dal
titolo Badante, racconta
la vicenda di Giacomo che, per riuscire a pagare l'affitto, accetta
di fare da accompagnatore ad un paraplegico cocainomane e burbero; il
secondo, Cuore di
toro,
vede come protagonista Italo che, per conquistare l'amata, si finge
chirurgo, quando invece è l'addetto della raccolta di liquido
seminale in un allevamento di tori; il terzo episodio, Il
trucco, in
cui Alice, pur di guadagnare qualcosa, finisce a truccare i morti in
un'agenzia di pompe funebri.
Il
ritmo della narrazione è incalzante e non poteva mancare una colonna
sonora adeguata (bandjo, pianoforti, tamburi) dato che il regista
viene dalla direzione di videoclip. Battute sferzanti, ironia e
cinismo caratterizzano questo racconto che, però, resta troppo
superficiale e stereotipato. Se il Cinema vuole fare critica sociale,
allora è preferibile tornare al vecchio e caro Ken Loach dei primi
anni anche se la commedia all'italiana può ricordare, ai distratti, che i
giovani italiani non sono poi così...”choosy”.