domenica 13 gennaio 2013

99ma Giornata del migrante e del rifugiato. Incontro con Basir Ahang, afghano hazara, rifugiato politico in Italia

In occasione dell 99ma Giornata del migrante e del rifugiato abbiamo avuto l'onore di parlare con Basir Ahang, giornalista afghano hazara, rifugiato politico in Italia.
Per altre informazioni potete consultare i seguenti siti:

www.hazarapeople.com
www.basirahang.org
www.kabulpress.org/my

Ci può raccontare com'era la sua vita in Afghanistan prima di arrivare in Italia? E perchè ha dovuto lasciare il suo Paese?

Prima di arrivare in Italia svolgevo il lavoro di giornalista presso alcuni quotidinani locali di Kabul e nel contempo lavoravo per radio Farda occupandomi prevalentemente di problemi sociali e diritti umani. In quel periodo stavo anche per terminare i miei studi all’Università di letteratura persiana perciò il tempo a mia disposizione era molto poco, tuttavia riconoscevo l’importanza che l’informazione rivestiva in una società uscita da poco da un regime terrorista e oscurantista, quello dei talebani. 
Al buio seguiva finalmente la luce e moltissimi giovani come me erano ansiosi di portare il loro contributo alla rinascita sociale e culturale del paese. Nel 2006 iniziai poi a collaborare con alcuni giornalisti italiani del quotidiano “la Repubblica” e a raccogliere informazioni sul rapimento da parte dei talebani del giornalista e fotografo Gabriele Torsello, a causa di ciò iniziai a ricevere minacce di morte da parte degli stessi talebani. Dopo alcuni mesi trascorsi nel timore di poter essere trovato e ucciso, grazie ad alcuni amici italiani ottenni un visto per l’Italia e il 5 Gennaio 2008 arrivai finalmente a Roma con un volo militare.

Da quanto tempo è in Italia e quali difficoltà ha avuto al suo arrivo?  Come si trova oggi in questo Paese e com'è cambiata la sua vita?
 
Sono trascorsi ormai cinque anni da quando dovetti abbandonare il mio paese e da allora non vi sono più tornato. In Italia mi trovo bene e continuo la mia attività di giornalista occupandomi della situazione dei rifugiati sul sito kabulpress e talvolta per la parte in persiano della BBC. Inoltre ho fondato il sito www.hazarapeople.com in difesa dei diritti del popolo hazara di cui anch’io faccio parte. Purtroppo però in questi anni ho dovuto constatare un’assoluta mancanza del rispetto giuridico dei diritti dei rifugiati. A differenza di altri paesi europei infatti l’Italia concede più facilmente il permesso ma non garantisce alcun diritto fondamentale. Basti pensare alle migliaia di rifugiati provenienti dalla Somalia, dalla Nigeria o dal Sudan, solo per citarne alcuni, che spesso si ritrovano a fuggire da guerre terribili rischiando la vita innumerevoli volte durante il viaggio e che arrivando in Italia, dopo un periodo di permanenza nei centri di accoglienza, si ritrovano in mezzo ad una strada, senza conoscere i loro diritti, senza sapere la lingua e in un Paese in cui molto difficilmente verranno mai assunti da qualcuno. Io stesso quando sono arrivato ho dovuto imparare molte cose da capo, quando si arriva in un Paese che non si conosce infatti si è come dei bambini, bisogna imparare la lingua, conoscere un nuovo modo di pensare e di vedere le cose, integrarsi in mezzo ad una società diversa. Io sono stato molto fortunato non ho avuto i problemi che riscontrano la maggior parte dei rifugiati e non ho dovuto rischiare la vita per arrivare fin qui. L’unica cosa di cui mi rammarico è di non sentirmi ancora parte integrante di questa società ma piuttosto un membro di una grande comunità di rifugiati.